Ambienti Abitativi
Primo Piano
Gli ambienti in cui vi trovate costituiscono il primo piano della zona residenziale del Castello. Dalla seconda stanza si accede, tramite una scala, al piano sottostante destinato ai servizi.
All’interno di queste sale si sono svolte vicende che hanno per protagonisti grandi personaggi della storia come Federico Barbarossa e la Contessa Giulia Gonzaga.
Audioguida
Un approfondimento su Barbarossa
Nell’estate del 1534, il terribile corsaro Ariadeno detto il Barbarossa al comando di 80 galee si dirige nuovamente verso le coste italiane.
L’obiettivo principale di questa incursione non è un bottino, ma – destinazione Fondi – mira alla contessa Giulia Gonzaga, considerata una delle donne più belle del suo tempo. Si racconta che il sultano Solimano II avesse ordinato a Barbarossa di rapire per lui la bella Giulia.
Nella notte tra l’8 e il 9 agosto 1534, la città di Fondi è attaccata dal pirata Barbarossa che già da settimane andava saccheggiando le coste tirreniche.
Più autori hanno descritto gli attimi di estremo pericolo vissuti dalla contessa quando i pirati sono penetrati nel palazzo e già corrono per le scale verso la sua stanza da letto. Un fido servo di Giulia, avverte del pericolo la principessa che balza dal letto e, seminuda (aveva addosso solo una leggera camicia di crespo), riesce a fuggire calandosi da una finestra del palazzo baronale sul ponte levatoio del castello e di lì, tramite un’uscita segreta, trova rifugio nella campagna per poi riparare qui, nella fortezza di Itri, sfuggendo al ratto del violento corsaro.
(M. Francesco Sansovino. Ritratto delle più nobili e famose città d’Italia. Venezia, 1555, pag. 31).: «l’anno 1534 Barbarossa scorrendo con l’armata per questi grossi mari, diede (a Fondi) un gran sacco. E poco mancò non vi fosse presa la bellissima e famosissima Giulia Gonzaga, moglie di Vespasiano, perciocché si dice che questo Barbarossa, avendo inteso della sua bellezza, mandò segretamente a prenderla per donarla a Solimano ; ma Ella si fuggi mezzo ignuda, tanto i turchi furono presti ad assalirla; ma montata sopra una giumenta si salvò».
In una lettera spedita da Roma il 10 agosto del 1534 di Francesco Saraceno ad Ercole d’Este (Arch. Stato di Modena, Cancelleria ducale, dispacci degli oratori estensi a Roma) si dice che:
Il Barbarossa è smontato et venuto a Fondi et si pensa… la S.ra Donna Giulia, la quale, da questi che vengono reputati… si tiene bellissima tra le belle…et non la potendo…donarla al Turco, che scappò a un cavallo ad una rocchetta…lontana. Quelle genti del Barbarossa hanno distrutto ed arso Fondi.
Barbarossa sospetta che la sfuggita preda possa essersi nascosta in un monastero di monache, nel convento delle Benedettine a San Martino in Pagnano. Invade il convento e lascia in balìa dei suoi uomini le monache che vengono violate ed uccise. Una strage culminata con il convento raso al suolo.
Barbarossa, furibondo, sfoga la sua rabbia mettendo a ferro e a fuoco i villaggi lungo il suo cammino. In pochi sono scampati alla morte fuggendo sui monti circostanti. Terracina è stata facilmente invasa e saccheggiata.
Dove è rimasta nascosta Giulia Gonzaga?
Filocolo di Alicarnasso ce la fa vagare, accompagnata da un vecchio servo e da due donzelle, per i boschi « cibandosi di sorbe silvestri, mirti ed altre vivande di animali bruti ».
Il Cardinale Ippolito De’ Medici la cerca e, ritrovata in un antro «la consola, recrea con cibi costumati e fa montare in sella, e accompagnarla insino a Fondi », chiedendo, come ricompensa, che abbandonasse il lutto. Pare abbastanza strano che la contessa sia tornata subito a Fondi anche se accompagnata dal Medici, con soldati al seguito, quando nella zona si aggirava ancora il Barbarossa alla sua ricerca. E’ più logico invece pensare che la fuggiasca sia stata accompagnata dal suo salvatore nella città di Itri che rappresentava, con il suo castello ben fortificato e la sua posizione più lontana dalla costa, un buon rifugio.
Barbarossa non si dà per vinto, si dirige al castello di Itri dove si è rifugiata Giulia, pone l’assedio alla città ma gli abitanti, già pronti alla difesa e aiutati dall’arrivo di cinque o seimila uomini affidati al comando del Cardinale Ippolito De’ Medici, oppongono una strenua ed efficace resistenza costringendo gli assalitori a ritirarsi.
Se può sembrare esagerato che si fosse programmata una spedizione del corsaro Barbarossa col fine principale di rapire Giulia Gonzaga, ciò trova conferma negli scrittori del tempo.
Si legge che Barbarossa “mandò gente per infino a Fondi per pigliare Donna Giulia Gonzaga, per presentarla allo Gran Turco, che la desiderava per la gran fama della sua bellezza. Fondi fu saccheggiata e Donna Giulia appena ebbe tempo di salvarsi quella notte sopra un cavallo in camicia, come se trovava”. (Gregorio Rosso, Historia, p.10)
E, ancora che “avendo Barbarossa udito che nella città di Fondi vi era la famosissima Giulia Gonzaga, figlia di Ludovico, signore di Bozzolo, bellissima donna, moglie seconda di Vespasiano, figliuolo di Prospero Colonna, signore di quella città, tosto vi mandò segretamente a prenderla per volerla donare a Solimano ; ma tanto furono i turchi volenterosi ad assalirla che avendo Ella inteso il rumore, se ne fuggi mezzo ignuda, e montala su una giumenta si salvò : il barbaro, vistosi defraudato nel suo desiderio, pose a rovina ed a sacco Fondi con tutta quella riviera fino a Terracina”. (Summonte, dell’istoria della città e regno di Napoli. Napoli, 1675, tomo 4.°, pag-. 146).
Ma vi sono anche altre ipotesi.
La famiglia Colonna è ritenuta la responsabile di quel tentativo di rapimento.
Ricordiamo che Giulia Gonzaga nel 1526, a tredici anni, sposò Vespasiano Colonna che aveva quaranta anni, era vedovo e con una figlia – Isabella. Dopo solo due anni di matrimonio, Giulia rimase vedova e il testamento la definì erede di tutto il patrimonio del marito e dei suoi titoli e tutrice della figliastra. A condizione, però, che non si risposasse.
Vespasiano aveva pensato di destinare sua figlia Isabella alle nozze con Ippolito de’ Medici. Giulia, invece, la diede in moglie a suo fratello Luigi Gonzaga. Il destino poi volle che proprio l’uomo che era stato destinato al matrimonio con Isabella diventasse il più grande innamorato di Giulia Gonzaga.
Questi avvenimenti videro le due donne – Giulia e Isabella – contrapporsi in una lunga battaglia – anche legale – ma soprattutto condizionata da calunnie, accordi sotterranei, complotti.
In quest’ottica si è pensato che vi fosse stato un accordo affinché Barbarossa rapisse la contessa Giulia Gonzaga. Ella sarebbe poi stato un prezioso dono da offrire al sultano Solimano, una nobile dama, “la bellissima tra le belle”.
Del resto, appare quanto mai improbabile che lo sbarco della flotta turca costituita da 80 galee fosse passato inosservato nonostante il sistema di avvistamento lungo le coste tirreniche. Inoltre, Barbarossa era già passato a razziare Sperlonga e l’aveva data completamente in fiamme. Eppure, nessun riverbero di luce fu notato.
Infine, stando a quanto raccontano i documenti dell’epoca, nonostante fosse l’alba, Barbarossa trovò la città di Fondi aperta e con i ponti levatoi abbassati ed è poco plausibile che in un tempo di attacchi corsari, si lasciassero le porte della città aperte e incustodite.
Eppure i documenti dimostrano che il viceré di Napoli relazionò al suo re Carlo V sminuendo l’accaduto ovvero sostenendo che la scorreria del Barbarossa era stata ingigantita dagli abitanti di Fondi e che i danni erano stati modesti. Ciò nonostante decise di esonerare Fondi dal pagamento delle gabelle per i danni subiti andando altrove a riscuotere tasse e garantendo introiti invariati per la corona. (Luigi Muccitelli, La contessa di Fondi Giulia Gonzaga. Gazzuolo mantovano 1513 – Napoli 1566), ed. lo spazio, Fondi 2002)
Le spiegazioni a questa chiara volontà di minimizzare i fatti possono essere molteplici. Un primo motivo può essere non volersi formalmente intromettere nel litigio tra Giulia Gonzaga e la sua figliastra Isabella Colonna.
Si può anche ipotizzare che il viceré voleva evitare che l’avvenimento potesse mettere in discussione le sue capacità di controllo del territorio e, di conseguenza, il suo ruolo e il suo incarico.
Perché l’ultima a fuggire all’attacco di Barbarossa fu soltanto Giulia Gonzaga? Perché nessuno l’aveva informata del pericolo che correva? Oppure era stata informata ma l’avevano dissuasa a fuggire?
La verità non la conosceremo mai…